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Raggi Ultravioletti

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Messaggio Da Ellys Mar 19 Feb 2008 - 19:26

Tutte le persone sono esposte quotidianamente a una certa dose di radiazioni ultraviolette (UV), in gran parte derivanti dal Sole, ma anche da fonti artificiali in campo industriale, commerciale o nel tempo libero. Le radiazioni UV coprono quella porzione dello spettro elettromagnetico con una lunghezza d’onda compresa tra 100 e 400 nanometri (nm) e si dividono in tre categorie principali:

UVA (315-400 nm)
UVB (280-315 nm)
UVC (100-280 nm).
In generale, la capacità di penetrazione e quindi la “pericolosità” per l’uomo dei raggi UV aumenta al diminuire della lunghezza d’onda e, di conseguenza, all’aumentare della frequenza.

La maggior parte dei raggi UV che raggiungono la superficie terrestre sono UVA e, in piccola parte, UVB, mentre gli UVC sono totalmente assorbiti dall’atmosfera. Inoltre, i livelli di UV sono più alti al crescere dell’altitudine (ogni 1000 m di altezza i livelli di UV crescono del 10-12%) e dell’altezza del Sole (specialmente verso mezzogiorno nei mesi estivi) e al diminuire della latitudine e della nuvolosità.

Altri fattori ambientali che influenzano i livelli di UV sono lo strato di ozono e la capacità riflettente della superficie terrestre (per esempio, la neve riflette circa l’80% delle radiazioni UV, la sabbia asciutta della spiaggia circa il 15% e la schiuma del mare il 25%).

I danni da UV
Sulla base della letteratura scientifica, l’Oms ha identificato nove malattie strettamente legate all’esposizione a radiazioni ultraviolette:

- melanoma cutaneo, tumore maligno dei melanociti, cellule della pelle che producono il pigmento cutaneo (melanina)
- carcinoma squamoso della pelle, tumore maligno che, rispetto al melanoma, ha un’evoluzione più lenta ed è associato a minore morbilità e mortalità
- carcinoma basocellulare (basalioma), tumore cutaneo che si sviluppa prevalentemente in età avanzata e si diffonde lentamente e localmente
-carcinoma squamoso della cornea o della congiuntiva, raro tumore oculare
- cheratosi, malattie croniche della pelle che in rare occasioni possono generare lesioni pretumorali
scottature
- cataratta corticale, degenerazione del cristallino, che diventa sempre più opaco fino a compromettere la vista e che, in certi casi, può portare anche alla cecità
pterigio, inspessimento della congiuntiva che porta a opacizzazione della cornea o a una limitazione dei movimenti oculari
- riattivazione dell’herpes labiale, a causa dell’immunosoppressione indotta dall’eccesso di UV.

Prevenzione
Limitare il più possibile l’esposizione alla luce solare nelle ore più calde, tra le 10 e le 14.
Stare all’ombra nelle ore più calde, ricordando che alberi, ombrelli e tettoie non proteggono completamente dalla luce solare.
Indossare vestiti protettivi: un cappello a falda larga protegge adeguatamente occhi, orecchie, faccia e retro del collo; gli occhiali da sole ad alta protezione riducono enormemente i rischi per gli occhi; abiti aderenti e coprenti offrono un’ulteriore protezione dalla luce solare.
Usare creme solari protettive (almeno +15), applicandole nuovamente ogni due ore oppure dopo aver lavorato, nuotato, fatto attività fisica all’aperto. Ricordare che le creme solari non servono per stare di più al Sole, ma per proteggersi quando l’esposizione è inevitabile.
Evitare l’uso di lampade o lettini abbronzanti, soprattutto prima dei 18 anni.
Tenere conto dell’indice UV, scala internazionale che correla il livello di radiazione UV con il grado di rischio: quando l’indice è superiore a 3, occorre mettere in atto le misure preventive.

Raggi Ultravioletti Indici10

Proteggere in particolar modo i bambini, perché sono più a rischio degli adulti: uno degli elementi chiave in proposito è l’educazione sanitaria a scuola.
Effetti positivi degli UV

L’esposizione ai raggi UV non ha però soltanto effetti negativi. Queste radiazioni hanno infatti un ruolo importante nella sintesi organica di vitamina D, sostanza coinvolta nello sviluppo dello scheletro e in grado di proteggere le ossa da malattie quali il rachitismo, l’osteomalacia e l’osteoporosi. In generale, basta una minima esposizione ai raggi UV per ottenere questi effetti protettivi.

Le persone più a rischio di sviluppare una carenza di vitamina D legata a una scarsa esposizione alla luce solare sono:
- carcerati
- persone dalla pelle molto chiara che vivono ad alte latitudini
- persone che per motivi religiosi o culturali girano completamente coperte.

Questi soggetti dovrebbero assumere integratori di vitamina D, dietro consiglio del medico.

Fonte: http://www.epicentro.iss.it/problemi/uv/uv.asp


Ultima modifica di il Mar 19 Feb 2008 - 19:36 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Ellys Mar 19 Feb 2008 - 19:31

l sole è sicuramente un alleato della salute.
Basterebbe pensare alla vitamina D, che nasce da un derivato del colesterolo presente nello spessore della pelle. Quando i raggi ultravioletti battono sulla nostra cute, questa sostanza grassa di partenza si trasforma in vitamina D, preziosa nell’indurire il nostro scheletro.

Ma incontestabile è pure il fatto che l’esposizione scriteriata alle radiazioni solari può provocare effetti acuti e cronici sulla pelle, sugli occhi e sul sistema immunitario. La tintarella è comunque il segno di un effetto “materiale” delle radiazioni solari sul nostro corpo.

Per quanto riguarda il carcinoma basocellulare e il carcinoma spinocellulare, che costituiscono, come s’è detto, oltre il 95 per cento di tutti i tumori cutanei, la relazione è chiara: sono queste le formazioni tumorali della cute che mostrano un rapporto diretto con l’esposizione cumulativa ai raggi solari.
Queste neoplasie sono dunque comuni tra le persone che lavorano all’aperto (come pescatori e contadini), manifestandosi più di frequente sulle parti del corpo solitamente esposte al sole: le orecchie, il viso, il collo e gli avambracci.

Esiste, insomma, una connessione stretta tra aumento d’incidenza del carcinoma della pelle e i più alti livelli di radiazione Uv. L’esposizione cronica alla luce del sole danneggia il Dna delle cellule della pelle. Nella maggior parte dei casi questi danni vengono riparati, oppure portano alla morte delle cellule stesse. A volte, però, possono trasformare qualche cellula in senso canceroso, provocandone una crescita incontrollata.

Altri fattori di rischio sono l’immunosoppressione: la diminuzione delle capacità difensive del nostro sistema immunitario aumentano in maniera significativa la possibilità di sviluppare un tumore maligno.
Le cause di immunosoppressione sono svariate: farmacologiche (terapie antirigetto per il trapianto o per malattie autoimmuni), AIDS, cirrosi e molte altre malattie.


Ancora: stili di vita particolari (utilizzo esagerato di solarium, lavori che comportino una prolungata esposizione al sole, soggiorni prolungati e ripetuti in zone con forte irraggiamento solare,) rappresentano un ulteriore fattore aggiuntivo di rischio.

Invece, sul fronte del melanoma e dei suoi rapporti con l’esposizione ai raggi ultravioletti del disco solare, è ancor oggi difficile fornire una risposta lineare. Il dibattito scientifico è apertissimo e tante domande restano senza risposta.

La principale: se ai raggi ultravioletti viene ascritta la colpa della degenerazione maligna, perché il melanoma spunta spesso in parti del corpo non direttamente esposte al sole?
L’aspetto singolare della questione è che questa neoplasia pare più comune sulle pelle di chi vive e lavora al chiuso: contadini, marinai e assistenti di spiaggia ne sono poco colpiti, benché l’esposizione sia persistente e assidua. E per quanto cosa rara, è pure possibile in entrambi i sessi che il melanoma insorga nelle mucose (come quella dell’esofago): a dimostrazione del fatto che la formazione maligna può comparire anche in parti del corpo mai venute a contatto con la luce del sole.

Quanti e quali altri fattori, allora, promuovono o favoriscono il melanoma? La scienza pone l’accento sulla predisposizione genetica, sulla familiarità: tra le persone con la carnagione chiara, gli occhi chiari e i capelli rossi o biondi è più elevato il rischio di subire scottature cutanee esponendosi al sole.
Si sa che l’effetto acuto più conosciuto legato all’esposizione ai raggi ultravioletti è l’eritema (l’iniziale rossore della cute): ci sono pelli che si abbronzano sistematicamente e non si scottano mai e altre che diventano facilmente rosse e stentano ad acquisire una genuina tintarella. Questo diverso grado di sopportazione ai raggi solari si chiama fototipo e stabilisce il rischio cui ciascun individuo può andare incontro in seguito all’esposizione ai raggi ultravioletti. La soglia dell’eritema e la capacità d’adattamento delle pelle allo stress solare variano dunque notevolmente a seconda del tipo di pelle.
Le osservazioni scientifiche hanno per l’appunto evidenziato che nei pazienti colpiti dal melanoma la soglia dell’eritema è più bassa e l’arrossamento della pelle più prolungato rispetto ad altri individui. E nelle aree geografiche abitate da persone di pelle chiara, il melanoma è assai più frequente.
Ancora: da sottolineare, nella responsabilità del melanoma cutaneo, anche i numerosi nei pigmentati (nella cosiddetta sindrome del nevo dísplastico familiare la probabilità di sviluppare un melanoma è dieci volte maggiore rispetto a un individuo nella norma).

Altro fattore di rischio: la presenza di nei congeniti giganti, che coinvolgono, cioè, più del 5 per cento della superficie corporea totale.
Dunque, un numero di nei superiore alla normalità (in genere, un adulto ne conta sulla pelle una ventina) deve indurre a tenere alta la guardia.
Sulla bilancia dei rischi pesano, insomma, voci diverse e non unicamente la questione “esposizione ai raggi ultravioletti”: del resto, il melanoma è un tumore e come tutti i tumori è legato a un ampio ventaglio di fattori di rischio.

Sebbene i raggi ultravioletti siano uno dei fattori di rischio e non certo l’unico, qualche certezza è comunque possibile fissarla: gli ultravioletti (tanto solari quanto artificiali: l’esposizione alle lampade è infatti assai simile all’irraggiamento solare) facilitano, soprattutto negli individui geneticamente predisposti, la nascita del tumore cutaneo. E più che il carico totale di radiazioni ultraviolette assorbite sarebbero pericolose le esposizioni intermittenti e intense (come le attività sportive all’aria aperta), quelle che causano arrossamenti solari e vere e proprie scottature, specie se avvengono in età infantile.

In altre parole: ciò che conterebbe non è tanto l’esposizione al sole, anche se duratura, quanto la forte intensità in un tempo assai breve su una pelle poco protetta dalla melanina (il pigmento che colora la cute e la imbrunisce quando picchia il sole) e non abituata ai raggi ultravioletti.
Dunque, sebbene nel caso del melanoma il legame tra l’esposizione ai raggi solari e l’insorgenza del tumore sia meno forte rispetto agli altri tumori della pelle, s’è comunque visto che molti pazienti, alle prese con questo tumore maligno, avevano accusato ustioni solari in età giovanile.

Fonte: http://www.corriere.it/sportello-cancro/dizionario/voci/tumori_pelle_rischio.shtml
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Messaggio Da Ellys Mar 19 Feb 2008 - 19:40

Anche le marche più famose non riducono il rischio di tumori della pelle, pur impedendo al sole di bruciare la pelle, molte lozioni in commercio non arrestano la penetrazione dei raggi ultravioletti.

Uno studio condotto da alcuni medici inglesi avrebbe scoperto che molte creme e lozioni solari non proteggono contro i tumori. Alcune delle marche più importanti, infatti, non sarebbero in grado di impedire ai raggi del sole più dannosi di penetrare nella pelle. In un articolo pubblicato sulla rivista "Journal of Investigative Dermatology", Roy Sanders e colleghi dell'istituto di ricerca benefico Raft affermano che saranno però necessari ulteriori studi per determinare se altre creme , e quali, sono invece efficaci. Fino ad allora, secondo i ricercatori, evitare l'esposizione al sole o coprirsi quando si è all'aperto rimane il modo migliore per proteggersi dai tumori della pelle.

Sanders e colleghi hanno effettuato test su diversi campioni di pelle che erano stati rimossi da pazienti consenzienti, per esempio dopo un'operazione di riduzione del seno. I medici hanno esposto la pelle a luce ultravioletta di intensità simile a quella del sole. È noto che i raggi UVA possono provocare un'invecchiamento prematuro della pelle, aumentando il rischio di sviluppare un tumore. Le creme solari, in teoria, dovrebbero impedire la loro penetrazione e il rilascio di radicali liberi che possono danneggiare il DNA. I ricercatori hanno applicato ai campioni di pelle tre comuni lozioni solari ad alto fattore di protezione, nelle dosi raccomandate. Gli esperimenti hanno però mostrato che le lozioni, pur impedendo al sole di bruciare la pelle, non arrestavano la penetrazione dei raggi UVA.

Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Creme_solari_inefficaci/1287082
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Messaggio Da clara81 Mer 20 Feb 2008 - 16:55

ogni tanto io faccio qualche lampada trifacciale per asciugare l'acne...
so che non è la cosa migliore di questo mondo ma che posso fare??? il sole non ce l'ho tutti l'anno! Sad
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Messaggio Da Virgola Mer 19 Nov 2008 - 23:21

caldo
io sto attentissima
ad espormi al
sole ho la pelle
chiarissima
sembro mortisia
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Messaggio Da cryssy Sab 22 Nov 2008 - 19:02

io le facevo una volta alla settimana e devo dire che per la psio mi seccava molto, ma per l'abbronzatura sono mortisia 2,., rimanevo comunque bianca,...per 2 giorni bordo' e poi ritornavo un cadavere!!! ci ho rinunciato!!!!!!!!!!!!
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